giovedì 12 febbraio 2009

Inverno

E' passato tanto tempo. Io ed Ale ci siamo lasciati. Stiamo per arrivare agli esami di maturità.
Come sto?
Sto male.
Mi manca quell'abbraccio, quel rifugio sicuro dove trovavo la sensazione di pace che forse non proverò mai più. Mi sentivo a casa, in un nido, in un rifugio sicuro. Mi sentivo tranquilla. Mi sentivo in pace.
Tutto il dolore e le brutture del mondo erano presenti, ma al di là di una coltre che non potevano attraversare, ed io avevo la forza di guardarle ed affrontarle.
Ora no. Ora non ho pace. Posso affrontare qualsiasi cosa, ma non questa mancanza pronfonda, non questo vuoto lasciato da un pezzo d'anima strappato via o, chissà, caduto da sè come una foglia in autunno o un ramo spezzato dal peso della neve. Forse è vero quest'ultima, perchè tutto è successo d'inverno. "Ninetta mia crepare di Maggio, ci vuole tanto troppo coraggio, Ninetta bella dritto all'Inferno, avrei preferito andarci d'Inverno..." Hai ragione te Fabrizio. D'Inverno il freddo ti anestetizza e ti stordisce.
Eppure la Primavera è già qui. Che fretta c'era? Mi fa male. Non ho più dove dormire.
Non credo più nell'amore.
Non so più quanto è profondo il pozzo delle Lacrime.

Lascia andare il dolore

Lascia andare la passione
Lascia andare il desiderio
La mancanza è dolore
Un dolore che non vuoi...

Scivola via dalle tue mani
L'acqua dei sogni passati
Non bagnarla di lacrime
Lascia morire i fantasmi

Ciò che vuoi e non puoi
Non naque per te
Non dargli la caccia
Cadrai nelle tue tagliole

Lascia andare il dolore
Lascia andare il rimpianto
Hai un guanciale di ricordi
Ma le lenzuola di avvenire